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La farò breve: gli shampoo solidi non sono saponi.
Cosa sono: gli shampoo solidi sono praticamente delle versioni molto concentrate degli shampoo liquidi. Immaginate la vostra formulazione classica di uno shampoo, che contiene acqua, tensioattivi liquidi, a volte degli oli, a volte degli attivi. Immaginate ora di togliere tutta l’acqua, e che i tensioattivi siano solidi. Quello che ottenete è una specie di bomba di tensioattivi impacchettati a formare una specie di saponetta, che però sapone NON è. Infatti i saponi non sono fatti degli stessi tensioattivi che usiamo nello shampoo, e hanno pH tra 8-11, contro quello dello shampoo che è tra 4 e 6.
Come funzionano: abbiamo detto che lo shampoo solido è un panetto concentratissimo di tensioattivi impacchettati a modino, che possono anche includere alcuni oli o attivi. Ma questi tensioattivi, anche se solidi, sono comunque solubili in acqua: se strofiniamo questo panetto tra le mani umide, esso formerà un sacco di schiuma. Per questo sono in grado di lavare i capelli, che normalmente dobbiamo bagnare prima di lavare.
Perchè si usano: se comprate uno shampoo solido, vi ritrovate tra le mani un prodotto che nella migliore delle ipotesi non ha un packaging di plastica. Questo chiaramente se la ditta fornitrice non è così stupida da impacchettarlo in una bustina di plastica (si è visto anche quello). Inoltre, siccome sono super concentrati e ne basta poco per lavarsi i capelli, durano molto di più dell’equivalente flacone di shampoo liquido. Questo significa meno risorse e meno spesa.
Se lo producete, la storia del packaging di plastica va un po’ rivista. Le materie prime di solito arrivano in bottiglie, buste o barattoli di plastica che prima o poi butterete via. Ma con la busta da 500-1000 g del tensioattivo principale che uso, ci faccio una marea di shampoo solidi. Prima o poi dovrò buttare quella busta di plastica, ma se usassi shampoo liquidi, in quel lasso di tempo butterei via molti più flaconi.
Costa meno autoprodurli? Come per tutti gli spignatti, sul lungo termine sì. Dovete però sempre considerare l’investimento iniziale necessario per procurarvi l’attrezzatura e le materie prime.
Ma torniamo alla chimica. La cosa più importante che dovete capire ora è che gli shampoo solidi non sono saponi.
Se li acquistate, dovete controllare gli ingredienti. Se gli ingredienti suonano come sodium olivate, sodium palmate, sodium cocoate, allora quello che avete in mano è un sapone. Usatelo per lavarvi le mani o il corpo. Alcune marche insistono nel vendere saponi come shampoo solidi e la gente ci casca sempre, ritrovandosi poi i capelli opachi e di paglia.
Se li producete, valutate bene la ricetta che avete sotto gli occhi. Se prevede la soda caustica (NaOH) e il processo di saponificazione, mi pare ovvio che state per fare un sapone.
Gli ingredienti principali di uno shampoo solido, che quindi dovete trovare nell’INCI di uno shampoo commerciale oppure nella ricetta per autoprodurlo, sono i tensioattivi.
Tra i più usati troviamo: sodium cocoyl isethionate, sodium coco sulfate, sodium lauryl sulfoacetate, cocamidopropyl betaine, coco- o decyl glucoside, e altri con nomi simili. Questi sono i nomi che dovete leggere negli INCI o nelle ricette.
Qualche dettaglio in più sull’autoproduzione di shampoo solido
Non mi sono ancora documentata sull’esistenza di siti o blog italiani che parlino in modo approfondito di formulazione di shampoo solidi, anche perchè è un argomento relativamente nuovo.
Ci sono invece dei blog inglesi e americani molto preparati sull’argomento, da cui potete imparare un sacco di cose e riprodurre molte ricette interessanti:
Vi consiglio assolutamente di darci un’occhiata, sono molto più completi ed esaustivi di questo articolo introduttivo.
Per farla breve, nella ricetta di uno shampoo solido troviamo:
A: Tensioattivi | % |
Tensioattivi primari (es. Sodium cocoyl isethionate, Sodium coco sulfate, Sodium lauryl sulfoacetate) | fino a 60-70% |
Tensioattivi di contorno (es. Cocamidopropyl betaine, Coco glucoside, Decyl glucoside) | fino a 25% |
B: Condizionanti + grassi | % |
Condizionante cationico (es. Behentrimonium chloride, Behentrimonium methosulfate) | fino a 6% |
Fattori di consistenza (es. Alcol cetilstearilico o alcol cetilico o acido stearico, specialmente se non inclusi nel BTMS) | fino a 6-7% |
Burri/oli solidi (es. Burro di cacao, Burro di karité, olio di cocco) | fino a 10% |
C: Conservante e varie ed eventuali | % |
Conservante ad ampio spettro | circa 1% (dipende dalla dose d’uso) |
Eventuali attivi (io li trovo inutili) | ad esempio sodio lattato 3%, proteine varie 1%, ecc. |
Fragranza cosmetica | 1-2% |
Queste percentuali le ho calcolate sulla base dell’analisi di diverse ricette prese dai blog che ho linkato sopra.
È anche possibile diminuire un po’ la quota di tensioattivi per aggiungere delle polveri allo shampoo, come ad esempio:
- Argille
- Polveri vegetali: ad esempio erbe ayurvediche
fino a un 8-10 % della formulazione.
Se avete già spignattato, alcune cose vi salteranno agli occhi come contrarie ai dogmi dello spignatto:
- In questa ricetta non c’è acqua, ma c’è un conservante: sì, perchè ricordatevi che il vostro shampoo solido starà continuamente a contatto con l’acqua per tutta la sua vita, e non ha il pH brutto e cattivo del sapone che fa stare alla larga i batteri. Meglio un 1% di conservante inutile rispetto a non mettercelo proprio e trovarsi lo shampoo che prende vita.
- Sono presenti condizionanti cationici e tensioattivi anionici nella stessa ricetta, allarme rosso! Non c’è acqua e non c’è nulla da far precipitare più di quanto non lo sia già. I condizionanti cationici e i tensioattivi anionici solidi possono convivere pacificamente in questa formulazione.
- Quanto tensioattivo! Ma sarà mica aggressivo con quella SAL? Ricordatevi che lo shampoo solido è una versione di shampoo dove manca totalmente l’acqua. L’acqua ce la andate a mettere voi quando lo strofinate tra le mani umide o sui capelli umidi. La concentrazione di tensioattivo che vi finisce sulla testa è diluita di una decina di volte o più.
- Non mi hai convinto, aumento la percentuale di grassi e oli così è meno aggressivo. Ok, fai come vuoi ma sappi che se li aumenti ti verrà una cosa molliccia e unticcia. Ho visto formule anche completamente prive di grassi, quindi già concedere fino a un 10% vuol dire tanto. Non è la percentuale di grassi a rendere lo shampoo meno aggressivo, bensì la scelta dei tensioattivi e la combinazione di primari e tensioattivi di supporto!